“Le donne alla guida delle istituzioni e nei ruoli politici sono una certezza riguardo a capacità decisionale e competenza. La battaglia per superare il gender gap non deve avere cedimenti. Nei prossimi giorni il parlamento regionale dovrà varare una norma che, finalmente, impedisce che un genere non sia rappresentato almeno per una quota pari al 40% nelle giunte comunali. Così le donne potranno avere più ruoli di responsabilità nei governi locali. E c’è un impegno concreto e trasversale delle donne che siedono a Sala d’Ercole per giungere anche alla doppia preferenza di genere per le elezioni regionali”. Lo afferma Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana. “Ieri in un convegno a Palazzo dei Normanni abbiamo ricordato Costanza d’Altavilla – riprende Schillaci – e l’occasione ci ha consentito di riaffermare che il potere delle donne esiste, ma occorre costruire le condizioni perché ogni donna abbia la possibilità di esercitarlo.
In Sicilia – prosegue – solo una quota pari al 20% dei deputati regionali è rappresentata da donne, 15 su 70 deputati, un dato che mette in luce la scarsa presenza femminile in politica, nonostante le donne rappresentino in Sicilia la maggioranza dell’elettorato 2,3 milioni contro 2,2 di uomini. Questa evidente discrepanza – continua Schillaci – tra partecipazione elettorale e rappresentanza politica solleva interrogativi sulle dinamiche sociali e culturali che condizionano il voto e l’accesso delle donne a posizioni di potere. Inoltre su 391 comuni siciliani, solo 24 sono guidati da donne, meno del 10%. Il gender gap nella rappresentanza politica – aggiunge l’esponente Cinquestelle – forse é dovuto al ritardo di attuazione della normativa di settore. Solo nel 2013 in Sicilia è stata introdotta la doppia preferenza di genere per le elezioni comunali, mentre in Campania era già stata applicata nel 2009. A sostegno del valore delle donne in politica, voglio fare alcuni esempi: il modello Fukushima, dove nel 2011 il governo a maggioranza femminile decise di chiudere le centrali atomiche; il modello Svizzera con il ministero dell’Ambiente tutto a trazione femminile, che è il primo al mondo per misure volte alla sostenibilità; il modello Finlandia, dove la maggior parte dei partiti politici sono presieduti da donne e c’è una presenza delle stesse in Parlamento pari al 46%”.