Il maltrattamento e l’uccisione ingiustificata di animali diventano reati punibili con pene più severe, che nei casi più gravi includono anche il carcere vero e proprio. Il Senato ha approvato la proposta di legge Brambilla, già votata dalla Camera lo scorso novembre, che inasprisce le pene per chi commette violenze contro animali, riconosciuti dall’ordinamento come «esseri senzienti» capaci di provare emozioni e dolore. Questo riconoscimento è sancito anche nel nuovo titolo del codice penale che raccoglie tali reati: si passa infatti da «Dei delitti contro il sentimento dell’uomo verso gli animali», che tutelava più che altro la sensibilità umana, a «Dei delitti contro gli animali», sancendo così lo status degli animali come soggetti di diritto.
Per Michela Vittoria Brambilla, prima firmataria e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, questa è una «svolta epocale» che cambia radicalmente l’approccio nei confronti degli animali. «È una battaglia che porto avanti da quattro legislature, con governi e maggioranze diverse – ha dichiarato la deputata di Noi Moderati –. Finalmente abbiamo una legge che rappresenta un segno di civiltà e rende giustizia agli animali. Finisce l’impunità e aumenta la deterrenza». Brambilla ha infine dedicato l’approvazione della legge ad «Angelo, Leone, Aron, Grey e tutti gli animali vittime della crudeltà umana», protagonisti di alcuni dei più gravi casi di maltrattamento.
Noi la dedichiamo ad Achille e Blanco, barbaramente uccisi dalla malvagità umana.
Roberto Rubino