Una notte che pesa come un macigno sulla coscienza collettiva. Un gesto vile, inspiegabile, che ferisce non solo chi ne è stato direttamente colpito, ma un’intera comunità. Nelle scorse ore, ignoti hanno danneggiato la lapide del suocero dell’assessore Rino Giacalone. Un atto meschino e inquietante, consumato nel silenzio della notte, laddove il rispetto per i defunti dovrebbe essere inviolabile, sacro.
È una notizia che lascia attoniti, senza parole, con un misto di incredulità e rabbia. Perché colpire un luogo di memoria e raccoglimento? Perché infierire su una tomba, su ciò che resta di una vita che non può più difendersi? E, soprattutto, perché farlo proprio lì, sulla lapide del suocero di un rappresentante delle istituzioni locali?
Ecco di seguito quanto pubblicato
“UNA FERITA NEL MARMO, UNA PIU’ PROFONDA NEI NOSTRI CUORI.
Nella notte appena trascorsa, una sola lapide è stata danneggiata al cimitero comunale. Quella di mio suocero.
Non ho certezze. E non voglio formularne.
Ma ho un rammarico grande. Non solo per il gesto, vile e incomprensibile, ma per ciò che esso simbolicamente rappresenta.
Quando si tocca la memoria, si colpisce l’identità.
Quando si rompe il silenzio di chi non può più parlare, si frantuma un patto sacro con la civiltà.
Non invocherò vendetta. Non lancerò accuse.
Mi affiderò alla giustizia e alla coscienza collettiva.
Questo episodio non mi fa perdere la voglia.
Anzi: me ne dà ancora di più. Perché è proprio nei gesti piccoli, vigliacchi, che si misura la grandezza della risposta. E la nostra risposta sarà l’unità.
Non basta condannare: serve custodire.
Serve fare rete, tra cittadini e istituzioni.
Serve riconoscere il dolore dell’altro come proprio.
Mazara non è questo gesto. Mazara non è una città impazzita.
Mazara è la moltitudine silenziosa che si indigna con rispetto e agisce con amore.”